3 – Controlla periodicamente lo stato della tua scrivania
Il più è fatto: hai riordinato, eliminato il superfluo e scelto solo che ti serve davvero.
A questo punto il terzo e ultimo consiglio è solo quello di mantenere questa situazione di ordine e chiarezza (anche mentale) che hai creato e costruito.
Come si può fare?
Prova a prendere un’abitudine molto piccola ma molto efficace.
Quando hai finito di lavorare o studiare, ogni giorno, sistema il tuo tavolo di lavoro in modo da riportarlo alla condizione iniziale di ordine: le stesse domande che sono servite a pulirlo la prima volta dal superfluo si possono rifare ogni giorno, eliminando così ciò che prende spazio ma ha poca importanza. Pensa ad appunti temporanei, penne fuori posto, fogli volanti, post-it utilizzati per appuntarsi al volo qualcosa.
Alcuni la chiamano “shutdown routine” ed è anche un modo per “chiudere” la giornata di lavoro, svuotare la mente insieme al tavolo, e dedicarti meglio al tuo tempo libero.
Se ripeti questa pratica anche alla fine di ogni settimana (magari una giornata può saltare, per stanchezza, per fretta, etc), una volta presa l’abitudine non ne potrai più fare a meno.
E quale oggetto può aiutarti in questa quotidiana routine?
Magari non ci avevi pensato ma basta un semplice portapenne.
Il portapenne aperto come contenitore
Un portapenne non ha solo la funzione per cui è nato, e cioè raccogliere penne e matite che altrimenti andresti a cercare chissà dove.
Se visto con un po’ di creatività, un portapenne diventa anche un fantastico porta oggetti di piccole dimensioni perfetto per ospitare temporaneamente quello che – in una giornata di studio o lavoro – si viene a creare e rischia di accumularsi sul tavolo.
Scontrini, promemoria, post-it, la biro trovata in giro, la chiavetta usb, gli auricolari del telefono: l’elenco degli oggetti può essere infinito.
E più sono piccoli, più rischiano di fare confusione e di perdersi.
Un modo creativo per utilizzarlo è ad esempio quello di rendere il portapenne una sorta di “inbox” delle cose che quotidianamente vengono in mente, cose da fare, da ricordare, di cui occuparsi in un secondo momento: basta appuntarle su un foglietto (magari uno di quelli che ospita il deskset di cui abbiamo parlato prima) e poi inserire l’appunto nel portapenne.
A fine giornata, nella routine di chiusura delle attività, oppure la mattina dopo, potrai prendere tutti i foglietti inseriti nel portapenne, rivederli uno per uno, e programmare le diverse attività segnate: mettere in calendario un appuntamento che avevi segnato “alla veloce”, aggiungere un promemoria sul telefono con quella telefonata da fare, segnare quella citazione che ti tornerà utile.
Un altro modo, molto interessante, di usare un comune portapenne per aumentare la produttività è quello che utilizzava John Steinbeck, il celebre scrittore americano autore, tra gli altri, di “Furore”.
Ebbene, Steinbeck scriveva a mano i propri romanzi, utilizzando matite e blocchi per appunti di quelli super economici ma, come sa chiunque usi una matita, la punta non rimane affilata a lungo, e occorre temperarla spesso.
Questa secondo Steinbeck era una perdita di tempo e una distrazione enorme.
Per questo, era solito avere due portapenne davanti a sé e al blocco per appunti: uno pieno, con 24 matite tutte appuntite prima di cominciare a scrivere, e uno vuoto.
Cominciando a scrivere con la prima matita, la punta durava circa 3/4 righe, finite le quali aveva bisogno di essere temperata. Per evitare di perdere tempo nel farlo, lo scrittore riponeva la matita utilizzata nel portapenne vuoto, per poi prenderne un’altra e andare avanti in questo modo. Finite le 24 matite, scritte circa 6 pagine, Steinbeck dichiarava conclusa la sua giornata alla scrivania.
Puoi vedere raccontata questa storia molto particolare dal figlio dello scrittore, in questo video.